Non le piacciono più i suoi tatuaggi e decide di ricoprirli completamente di nero.
Non possiamo mai essere certi se un tatuaggio che abbiamo realizzato sul nostro corpo un giorno possa improvvisamente stancarci. Situazioni del genere possono avvenire per varie motivazioni, e a seconda dei casi si rivelano piuttosto problematiche.
Nel caso di Kat Von D, il problema è stato molto elevato, dato che aveva il corpo completamente ricoperto da tatuaggi, che non voleva più vedere. Questa donna è una rinomata body artist e lavora nel settore dei tatuaggi da molti anni.
In passato Kat è stata una seguace dell’occulto ed un’appassionata dello stile gotico. Tuttavia, con il tempo le sue passioni e le sue ideologie sono cambiate e quindi non riusciva più a rispecchiarsi nei suoi stessi tatuaggi.
Kat si è riavvicinata al cristianesimo, decidendo persino di battezzarsi nel 2022. Purtroppo i tatuaggi sul suo corpo non erano in linea con la sua nuova fede e causavano grande disagio fisico e psicologico alla donna.
Dopo aver tentato diverse strade, per riuscire a modificare le opere impresse sul suo corpo, la sola soluzione è stata quella di ricoprirli completamente.
Era impensabile riuscire a modificare tutti i suoi tatuaggi, adeguandoli alla sua ritrovata essenza spirituale, e l’unico modo per farlo era ricoprire di nero ogni strato del suo corpo.
Kat ha impiegato 40 ore di lavoro in 17 diverse sessioni per ricoprire l’80% del suo corpo. Adesso quasi tutto il suo corpo è completamente nero e questo fatto ha lasciato sbigottite migliaia di persone.
In tanti si sono chiesti come mai non abbia deciso di rimuovere i suoi tatuaggi con il laser. La stessa Kat ha voluto rispondere a questa domanda, rivelando che quel processo sarebbe stato incredibilmente lungo ed estremamente doloroso, e che avrebbe richiesto anche costi non indifferenti.
La sua sola soluzione, pertanto è stata trasformare il suo corpo in una gigantesca tela nera e da quel momento, se vorrà fare dei nuovi tatuaggi, dovrà semplicemente optare per una colorazione bianca.
