Il commesso di un negozio spiega perché non interviene in caso di furti.
Non tutti i negozi di abbigliamento possiedono personale di sicurezza dedito a tutelare il locale da possibili furti. Molto spesso questo compito ricade sui dipendenti che devono rispondere anche a questa responsabilità, con tutti i rischi che comporta.
Un famoso tiktoker di nome Unay Ferrer ha condiviso la sua esperienza in quanto commesso in un negozio di abbigliamento. Unay ha infatti dichiarato che non agirebbe in nessun caso, se dovesse scoprire qualcuno intento a rubare nel negozio in cui lavora.
Decisione che sembrerebbe alquanto insolita ma invece Ferrer ha dato dei valiti motivi. Al giovane infatti era stato detto che qualora avesse notato un ladro, avrebbe dovuto suonare l’allarme e controllare di persona che tale individuo rimanesse all’interno del locale fino all’arrivo delle forze dell’ordine.
Il ragazzo non era per niente d’accordo con questa procedura ed ha spiegato che non gli viene assolutamente pagato un “bonus pericolo” e che lui è stato assunto come commesso e non come addetto alla sicurezza.
Questa sua affermazione ha lasciato increduli anche vari suoi colleghi che lo hanno addirittura minacciato dicendogli che se non l’avesse fatto avrebbero chiamato il responsabile.
Ma Unay era fermamente convinto di questa sua scelta ed anzi ha voluto ribadire che non avrebbe rischiato la sua incolumità per un furto, a prescindere dal suo valore.
Il ragazzo ha voluto altresì precisare che lui avrebbe dato il massimo nel suo lavoro ma che non avrebbe rischiato la sua integrità fisica per un salario minimo. Il tiktoker ha condiviso questa vicenda sui social in un video, spiegando tutte le sue ragioni.
Questo video è diventato in poco tempo molto popolare e molti hanno voluto pubblicare la propria esperienza in merito. Ferrer ha potuto constatare come altri suoi colleghi condividevano il suo stesso pensiero.
Se ad alcuni poteva sembrare una reazione assurda per altri invece era più che giusta e gli hanno voluto dimostrare il loro appoggio e la vicenda sta continuando a diffondersi a macchia d’olio, alimentando polemiche su polemiche, legate proprio alle mansioni “inadeguate” a cui tanti dipententi sono costretti a sottostare.
