In molte occasioni si dice che gli esseri umani e le scimmie hanno molte caratteristiche in comune. Questi animali sono dotati di una straordinaria intelligenza e in tante occasioni hanno mostrato di possedere delle abilità davvero sorprendenti. Il loro comportamento riesce ad assomigliare talmente tanto a quello umano che non possiamo fare a meno di notare delle similitudini incredibili.
Un atteggiamento del genere è stato individuato tra una madre gorilla e il suo piccolo neonato e la vicenda si è rivelata davvero commovente. Questa specie è il gorilla di pianura e sfortunatamente è un esemplare attualmente in via di estinzione. Secondo le stime sono solamente poche migliaia gli esemplari che vivono ancora allo stato brado.
Purtroppo in base alle statistiche attuali, non ci sono segni di miglioramento e i loro numeri sono costantemente in calo. Per fortuna, alcune istituzioni di conservazione, come lo Smithsonian Conservation Biology Institute stanno facendo del loro meglio per preservare quante più specie possibile. Nel 2017, una gorilla di 15 anni di nome Calaya è rimasta incinta di un gorilla maschio di 26 anni di nome Baraka.
Grazie alla loro unione, dopo qualche tempo la femmina ha dato alla luce il suo piccolo, un cucciolo di nome Moke. In lingua lingala questo termine si legge “Mo-Key” e letteralmente si può tradurre come “Junior”. Il Lingala è una lingua tipica della Repubblica Democratica del Congo, regione dove naturalmente vive questa specie di gorilla.
La vicenda che ha commosso migliaia di persone è il rapporto tra questa madre e il suo piccolo. Nel video che li immortala si può ammirare un comportamento che ricorda moltissimo quello umano. Calaya mostra tutto il suo amore al suo Moke tenendolo tra le mani e riempiendolo di baci, come solo una madre potrebbe fare.
Questa gorilla ha dimostrato quanto siano straordinari questi animali e l’atteggiamento di Calaya dovrebbe essere d’esempio a moltissime persone, che al contrario di questo animale, non sanno proprio come manifestare affetto ai loro figli.
