Alcune farfalle compiono un viaggio di migliaia di km, attraversando l’Oceano Atlantico per uno scopo per preciso.
Gli animali compiono azioni che in tante occasioni alimentano la curiosità umana, ma in certe situazioni queste riescono davvero a lasciarci a bocca aperta. Un’esperienza davvero fuori dal comune è quella intrapresa da un piccolo insetto appartenente alla famiglia delle farfalle.
Questo animale è la Vanessa Cardui, una farfalla tipica delle regioni del Nord Africa e dell’Europa settentrionale. Questi animaletti hanno un comportamento davvero singolare, identificato per la prima volta nel 2013.
A rivelarlo è stato un biologo e ciò che ha scoperto è stata la presenza di tali animali sulla costa del Sud America. Il biologo in questione non riusciva a comprendere come mai quegli animaletti si trovassero a più di 4.000 chilometri dalla loro casa.
Questa incredibile migrazione ha suscitato moltissimo interesse tra gli esperti di lepidotteri, così uno di loro, Gerard Talavera, ha deciso di intraprendere uno studio per scoprire le motivazioni dietro quel comportamento.
Il tema di Talavera ha seguito a lungo gli spostamenti degli animali e condotto una serie di analisi, elaborando quindi una teoria.
Secondo quanto rivelato, le farfalle sono realmente migrate, sorvolando l’Oceano Atlantico e raggiungendo il Sud America, e per farlo hanno sfruttato le correnti del vento.
Il viaggio delle farfalle è durato dai 5 agli 8 giorni e ovviamente lungo il tragitto non vi erano “scali” dove poter riposare. La tratta, quindi, è stata percorsa in un’unica volta e le farfalle sono sopravvissute grazie alle scorte di grasso accumulate prima della partenza.
Questo fenomeno ha rivelato anche quanto gli esperti tendano a sottovalutare le capacità degli insetti nel colonizzare nuovi ecosistemi. Le farfalle di questa specie sono riuscite a raggiungere un territorio del tutto nuovo e sono state capaci di impiantarsi al suo interno senza il minimo problema.
È possibile che anche altri insetti riescano a fare come queste farfalle e che in futuro assisteremo all’introduzione di specie del tutto inaspettate in habitat decisamente diversi dal solito.