Tra gli animali che hanno più caratteristiche in comune con gli esseri umani, vi sono sicuramente gli elefanti. Questi possenti pachidermi sono intelligenti, gentili e anche molto socievoli. Possiedono anche la capacità di esprimere diverse emozioni come quelle umane, e tra di loro possono anche comunicare mormorando.
In genere non sono animali aggressivi, ma se avvertono una situazione di pericolo, fanno uso di tutta la loro forza per difendersi. Sin dai tempi più antichi fino ad oggi, questi meravigliosi animali hanno da sempre sofferto la caccia, a causa delle loro zanne in avorio. Tuttavia, i bracconieri senza scrupoli non sono gli unici esseri umani che maltrattano i poveri elefanti.
credit: Youtube/elephantnews
Molti esemplari infatti sono cresciuti e tenuti in cattività per tutto il corso della loro vita. Nel corso di questa devono sottoporsi con la forza a spettacoli per circhi, vivere nelle gabbie degli zoo o essere adoperati come animali da trasporto. Ed è proprio il caso della storia che vogliamo raccontarvi nell’articolo di oggi.
Uno tra questi è Sook Jai, un elefante femmina dell’età di 73 anni, che però ha vissuto più di 50 di questi, in totale schiavitù. La sua vita è sempre stata un alternarsi di lavori forzati ed abusi da parte di proprietari senza cuore. Sook Jai è stata da sempre adoperata come animale da trasporto, sia per fini turistici, che per la mobilitazione di merci e materiali.
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Nonostante svolgesse il suo lavoro, con il massimo della sottomissione, i suoi padroni la hanno da sempre maltrattata e malnutrita. Il suo corpo oggi è cosparso di cicatrici, inoltre Sook Jai è anche cieca e sorda, sia a causa dell’età che della stanchezza per gli abusi. Secondo l’organizzazione animalista Elephant Voices, oggi sono tra i 15.000 e i 20.000 gli elefanti che sono costretti, illegalmente, a condurre una vita così terribile.
Fortunatamente, anche se al mondo ci sono persone cattive e senza scrupoli, vi è anche chi dimostra un gran cuore, come il personale dell’organizzazione Elephant Nature Park. Dopo essere venuti a conoscenza della storia di Sook Jai, hanno voluto fare di tutto per trarla finalmente in salvo. Joan Baez, una donna dell’organizzazione, si è presa in carico il caso di questo povero elefante e ha organizzato il suo salvataggio.
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Quando, però hanno visto le condizioni dell’animale, prima di regalargli la libertà hanno capito che avrebbero avrebbero dovuto visitarlo e curarlo. Sook Jai non nutriva più molta fiducia negli esseri umani, quindi sia le cure che il viaggio hanno presentato qualche imprevisto. Ma la determinazione dei volontari era incrollabile, così si sono dati da fare per tranquillizzarla e supportarla durante le 20 ore del tragitto.
Quando è arrivata al parco di destinazione, una lacrima le è scesa lungo il viso, forse perché aveva realizzato di poter essere finalmente libera. Appena scesa dal camion è corsa subito a bere per reidratarsi, perché il viaggio era stato davvero lungo ed estenuante. Ma il peggio era davvero passato per lei, e da oggi può vivere il resto della sua vita in totale libertà e tranquillità.
Ecco il video del suo salvataggio: