Le storie che riguardano le battaglie legali per la custodia dei figli sono molto complesse e non sempre l’esito porta benefici ai bambini. Quella che vogliamo raccontarvi oggi proviene direttamente dagli Stati Uniti, ma fortunatamente si tratta di una storia a lieto fine. Chris Emanuel è un uomo che si è visto privare la possibilità di poter crescere la propria figlia, a causa del colore della sua pelle. In un’intervista rilasciata ai giornalisti americani, ha affermato che la causa di tutto è proprio il razzismo.
La sua storia inizia quando si innamora di una sua collega di lavoro e nel corso della loro relazione, la ragazza rimane incinta. Chris è intenzionato a voler crescere insieme la propria figlia, tanto da proporre il matrimonio alla ragazza. Dopotutto lui è sicuro che tutto possa andare per il meglio, dati i tanti punti in comune per i due. Condividono lo stesso lavoro, e anche passione per il biliardo, Chris si sente fiducioso ma non sa quello che lo aspetta.
credit: Youtube/WJBF
Dopo aver discusso i preparativi per sposarsi, improvvisamente la ragazza lo allontana, sostenendo che la sua famiglia non approvasse il matrimonio. Lui sapeva bene che il vero motivo fosse il fatto che lui fosse di colore, dato che i genitori di lei non accettavano la sua presenza. Nell’intervista ammette come sia totalmente diverso percepire il razzismo nella società, e sperimentarlo invece a proprie spese. Questo lo ha davvero scosso.
Inoltre a sua insaputa la ragazza si era appena trasferita in California, e la bambina nel frattempo era nata senza che lui lo sapesse. Un giorno si è visto recapitare una lettera dove si affermava che sua figlia fosse nata, e anche già data in adozione ad una famiglia. D’improvviso si è visto crollare il mondo addosso, ma dopo un attimo di sconforto ha capito che avrebbe fatto di tutto per riaverla.
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Se aveva ricevuto la lettera era solamente perché tempo prima si era iscritto al “registro del padre responsabile”. Si tratta di una sorta di albo di un’associazione, nella quale sono iscritti i genitori in situazioni come quella di Chris. Proprio grazie ai dati di questa associazione, è emerso che lui aveva riconosciuto la paternità, mentre la madre aveva mentito sostenendo il contrario. Così dopo 3 mesi di dure battaglie in tribunale, è riuscito a ottenere la custodia di sua figlia.
La sua gioia era talmente indescrivibile che ha deciso di fondare un’associazione no profit che cerca di fornire tutto il supporto necessario ai padri che vivono situazioni simili. Nella “Sky is the limit Foundation” spiega e mette al corrente sui rischi, sugli accorgimenti e sulle vie legali da percorrere. Fortunatamente tutto è finito per il meglio, e noi ci auguriamo che Chris riesca ad aiutare tantissimi padri a riabbracciare i propri figli.