Al giorno d’oggi i quantitativi di cibo che vengono sprecati giornalmente sono davvero allarmanti.
Milioni di tonnellate di alimenti ancora in ottime condizioni vengono gettate tra i rifiuti, amplificando solamente l’inquinamento e le emissioni dannose per il clima. Secondo alcune statistiche, se lo spreco alimentare fosse un paese, sarebbe al terzo posto al mondo tra gli Stati emettitori di gas serra.

Nei paesi sviluppati è facile trovare del cibo a buon mercato e questo ha fatto sì che i consumatori non si creino problemi nel buttare via dei prodotti ancora perfettamente commestibili.
Gli esperti del settore indicano che un quarto dei prodotti alimentari realizzati nel mondo vengono sprecati e finiscono gettati tra i rifiuti. Questa pratica è responsabile del 6% delle emissioni di gas serra.
In base ai dati raccolti, fino al 40% del cibo raccolto viene sprecato ancor prima di raggiungere le case delle persone nei paesi a basso reddito. Tali dati sono davvero allarmanti e dovrebbero far riflettere sull’importanza di gettare nell’immondizia anche un singolo tozzo di pane.
Sono state elaborate alcune possibili soluzioni per evitare gli sprechi di cibo e una delle più importanti è quella della donazione dei rifiuti alimentari.
Questa iniziativa prevede che rivendite di generi alimentari, catene di ristoranti o qualunque altro luogo dedito alla preparazione o vendita di cibi doni le eccedenze alimentari ad enti di beneficenza e comunità bisognose.
In questo modo i cibi che sarebbero finiti nell’immondizia andrebbero ad aiutare persone in difficoltà e verrebbero utilizzati quando ancora perfettamente commestibili.
Attuare queste procedure di salvaguardia alimentare avrebbe un grandissimo impatto sull’inquinamento e influirebbe anche in positivo sull’aumento dei costi della vita.
Anche il trattamento dei rifiuti alimentari tramite compostaggio o mediante digestione anaerobica sarebbero delle soluzioni ideali al problema. In questo modo tali cibi, seppur non consumati da esseri umani, potrebbero essere adoperati nell’allevamento o nella concimazione del suolo.